Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs AP: Si rompe la trattiva del rinnovo CCNL con Federdistribuzione. Atteggiamento irresponsabile: Sabato sarà sciopero. Presidio anche nel Piceno di fronte il negozio Acqua e Sapone a Porto d’Ascoli.

E’ rottura al tavolo di trattativa per il rinnovo del Contratto Nazionale della Distribuzione Moderna Organizzata, scaduto nel lontano 2019 e atteso da migliaia e migliaia di lavoratrici e lavoratori dipendenti delle imprese associate a Federdistribuzione. L’associazione imprenditoriale dopo una trattativa lunghissima e snervante ha mostrato il suo vero atteggiamento: quello di rigetto della contrattazione e di mancanza di rispetto per lavoratrici e lavoratori, come già avevano mostrato nel rinnovo precedente, lasciando lavoratrici e lavoratori indietro rispetto a quanto accade ai loro colleghi dello stesso settore ma a cui si applica altro CCNL.

Le richieste della parte datoriale volevano introdurre una flessibilità incontrollata, e allargare le maglie della precarietà, dopo aver abbandonato lavoratrici e lavoratori con redditi inadatti all’inflazione, e addirittura avanzato richieste che volevano sminuire le professionalità presenti, e dare inquadramenti inadeguati, portando tutti verso il basso. Le Segreterie Nazionali hanno ritenuto tali richieste provocatorie, e hanno deciso di interrompere la trattativa come risposta ad un atteggiamento irrispettoso della controparte, e l’unica strada possibile è stata quella di una proclamazione dello sciopero di settore.

Sarà quindi sciopero, convocato per la giornata di Sabato 30 Marzo in tutti i gruppi che aderiscono a Federdistribuzione, come ad esempio nel nostro territorio Acqua e sapone, Magazzini Gabrielli, Lidl, Brico io, Bricocenter, Conbipel, Kiko, Penny Market, Arcaplanet, Douglas, Oviesse. Noi saremo in presidio dalle 9.00 alle 11.00, davanti al negozio Acqua e Sapone, in zona ragnola a San Benedetto, per dare voce alle legittime richieste di lavoratrici e lavoratori che attendono da troppo tempo il rinnovo del Contratto Nazionale.  Nella nostra Provincia parliamo di oltre 2 mila addetti coinvolti, per un danno economico da mancato rinnovo che supera i 2 mila euro annui a dipendente. Una situazione incresciosa in una provincia che vive già una difficoltà economica strutturale e in cui l’inflazione ha colpito più duramente che altrove.